Anversa degli Abruzzi (AQ) - Tasting Abruzzo

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Anversa degli Abruzzi (AQ)

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Percorrendo la strada che dalla Valle Peligna porta a Scanno, si attraversa il profondo canyon che il fiume Sagittario ha scavato, con la millenaria azione erosiva delle sue acque, attraverso imponenti strati di rocce calcaree. Sono quello che resta dell’antico fondale marino, esteso in gran parte dell’Appennino centrale, dove, per circa 200 milioni di anni, tra Cenozoico e Mesozoico, si è avuta una quasi ininterrotta sedimentazione carbonatica.
Il paese si trova a 575 metri d’altezza, all’inizio delle gole del Sagittario. I primi insediamenti risalgono all’età del Bronzo, come dimostrano le necropoli rinvenute nella zona. Tra i monumenti più importanti, si segnalano: la chiesa della Madonna delle Grazie, del XVI secolo; la chiesa di San Marcello, con il portale gotico; il rudere del castello, edificato dai Normanni del XII secolo. Meritano una segnalazione: la frazione di Castrovalva, posta in posizione dominante sulle Gole; la riserva naturale “Gole del Sagittario”, oasi del Wwf con le sorgenti di Cavuto. Dal 2002 Anversa degli Abruzzi fa parte del Parco letterario “Gabriele D’Annunzio”.
Agli inizi del ‘900 Anversa contava 1934 abitanti; negli anni ’50 la popolazione scende a 1264 unità. Negli anni Ottanta diminuisce ulteriormente fino a 449 abitanti, per stabilizzarsi, attualmente, intorno a 439 abitanti.
Fino al secondo conflitto mondiale in paese si producevano terrecotte, laterizi, gesso. C’erano almeno 15 botteghe che vendevano pignatte, tegami, vasi ecc. Lungo il fiume, alle sorgenti di Cavuto, prima che fosse incanalato per produrre energia elettrica, c’era un’attività frenetica: oltre a una centralina elettrica che ha permesso al paese di avere, da subito, l’illuminazione pubblica e, ad alcune famiglie, l’acqua in casa, c’erano due mulini per i cereali, un mulino per il gesso (di ottima qualità, a presa istantanea), un mulino per il piombo (utilizzato per smaltare i recipienti di terracotta).
Tutte queste attività finirono con la costruzione della centrale elettrica: in cambio, almeno 30 famiglie del paese avevano un componente che lavorava nelle ferrovie, con relativo stipendio fisso. Questo andò a scapito dell’agricoltura e dell’artigianato. Dopo la guerra, l’emigrazione fu consistente, verso il Nord America, il Venezuela, la Svizzera, la Germania, la Francia.
Oggi molti anversani lavorano a Sulmona. In paese si vive di agriturismo, allevamento ovino, attività casearia, qualche esercizio commerciale e di ristorazione. Da alcuni anni è stato aperto un laboratorio per la lavorazione della ceramica ed è stata istituita una comunità terapeutica, in cui sono impiegati molti abitanti di Anversa.
Anversa degli Abruzzi è entrata a far parte del Club dei Borghi più belli d’Italia.

Torna ai contenuti | Torna al menu 2015-10-30 11:43:56