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La paura degli assalti esterni, il bisogno di sicurezza, la ricerca di protezione, sono i sentimenti primordiali che hanno dato origine a Castel del Monte. Una storia millenaria iniziata quando gli abitanti della Città delle Tre Corone, costretti a fuggire per difendersi dalle continue scorrerie dei barbari, si rifugiarono in un centro fortificato incastonato tra le montagne, dando vita all’antico Ricetto, il primo centro storico alla sommità del paese.
Gli studi, le ricerche, gli scavi archeologici, hanno riportato alla luce i segni di un passato che trova le sue origini nel Piano di S. Marco, una piccola depressione carsica, sede di un antico pagus romano della repubblica di Peltuinum. Monete, iscrizioni su pietra, urne funerarie, raccontano una storia iniziata dall’XI secolo prima di Cristo, mentre la superba architettura del borgo tiene vivo un passato più recente. Le opere d’arte che il paese custodisce ricordano le diverse influenze delle famiglie che l’hanno dominato, i Conti di Acquaviva, gli Sforza, i Piccolomini e i Medici, Signori di Firenze che hanno scritto due secoli di storia. E ancora i Borboni fino all’Unità d’Italia nel 1861, quando il paese è preda del brigantaggio. Dagli inizi del 1900 prende corso lo sviluppo di una città più moderna che realizza importanti opere pubbliche. In questo scenario storico si disegna la vita di un popolo di pastori e agricoltori che ha saputo trarre dalle difficoltà di sopravvivenza di un territorio aspro e isolato, un’occasione di ricchezza che si legge ancora oggi nelle meraviglie a cui ha saputo dare vita.
La storia in pillole
All’età preromana risale l’insediamento d’altura del Colle della Battaglia, in cui si svolse la battaglia dell’esercito romano guidato dal console Bruto Sceva, contro Aufina (l’attuale Ofena) e le terre vicine, tra cui la leggendaria Città delle Tre Corone (Tito Livio, Libro VIII, 29).
Alla fine dell’VIII sec. la popolazione si raccoglie nei pressi della chiesa di S. Marco che fa parte dei possedimenti dei monaci volturnensi di S. Pietro ad Oratorium, dando vita al centro abitato di Marcianisci o Marzanisci.
Nel X secolo per ragioni difensive la popolazione crea sul colle di S. Marco, a est del Piano, un nuovo insediamento di cui oggi rimangono ancora alcuni resti.
Tra XI e XII secolo per sfuggire alle scorrerie dei barbari, la popolazione si sposta ancora e va a costituire il nucleo originario di Castel del Monte nella parte più alta e antica del paese, il Ricetto, che si sviluppa intorno al castello.
Nel 1223 il nome Castellum de Monte compare per la prima volta nella bolla papale di Onorio III.
Nel 1298 Corrado D’Acquaviva prende possesso di una parte del borgo per diventarne poi unico proprietario, nel 1315, in seguito alla cessione da parte di Matteo D’Atri dei propri possedimenti.
Nel 1383 Castel del Monte è dato in feudo a Pietro, conte di Celano.
Nel 1474 il paese entra a far parte dei possedimenti di Alessandro Sforza, per poi passare ai Piccolomini.
Nel 1579 i Piccolomini vendono Castel del Monte alla famiglia dei Medici, i signori di Firenze, che furono ottimi governatori fino al 1743.
Dal 1743 al 1861 Castel del Monte è parte del Regno delle Due Sicilie sotto la dominazione dei Borboni.
Dal 1861 con l’Unità d’Italia il fenomeno del brigantaggio impone al borgo una vita molto ritirata.
All’inizio del XX secolo, grazie alla ripresa economica soprattutto per l’allevamento ovino, si realizzano numerose opere pubbliche.
Dopo i due conflitti mondiali, in seguito alla grave crisi economica, molti castellani emigrano verso Francia, Belgio, Germania, America per lavorare nelle fabbriche e soprattutto nelle miniere di carbone.
Il Borgo Antico
Rapisce al primo sguardo, sin da quando appare stagliato sul monte, come per mano di un artista che ne ha disegnato i contorni seguendo il dolce degradare dei tetti disposti in sequenza ravvicinata lungo tutto il paese. Un mosaico di pietra posto come sistema di difesa dei suoi abitanti.
Costruito per essere un solido rifugio, con un impianto urbano compatto, il paese non ha una vera e propria cinta muraria. È la disposizione stessa dell’edificato a dare sicurezza, con quattro torrioni lungo il perimetro e un reticolo di viuzze strette interne, esigue piazzette aperte ed edifici perimetrali a schiera continua che si rincorrono seguendo le curve di livello del terreno. Si tratta delle case mura, edifici abitativi con funzione difensiva.
Proteggevano l'accesso al paese cinque porte in legno pesante, rafforzate con lamine di ferro e grossi catenacci. Era compito del sagrestano della chiesa Matrice aprirle all'alba, dopo l'Angelus e chiuderle la sera, dopo l'Ave Maria.
La passeggiata nel borgo offre al visitatore scorci davvero suggestivi, con i monumentali palazzi che ricordano la maestosità degli uomini che li hanno costruiti, le tante chiese che fanno rivivere gli antichi fasti e i musei della cultura contadina che, in un percorso oggi valorizzato da opere d’arte a cielo aperto, raccontano di una storia non molto lontana.
Un capolavoro di architettura in cui l’ingegno dell’uomo ha saputo risolvere la mancanza di spazio, problema tipico dei paesi fortificati d’alta quota. Di alta ingegneria sono, di fatto, gli sporti che coprono le vie e sui quali si sviluppano le abitazioni. Vere e proprie gallerie che caratterizzano il borgo e sembrano custodire l’anima più segreta del paese.
La lavorazione della pietra in cui Castel del Monte ha fatto scuola, i gioielli architettonici ereditati dal passato, le tipicità custodite in modo sapiente, le tradizioni secolari tenute vive dai suoi abitanti, le iniziative culturali che animano il centro, fanno di Castel del Monte un borgo vivace, in cui la suggestione rivive ancora oggi nella magia di un passato da scoprire.