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Sant'Omero, 5.484 abitanti, in provincia di Teramo (Abruzzo), è uno dei dodici comuni appartenenti all’area della Val Vibrata. Su una collina a 209 mt. s.l.m. è tra le località più antiche della valle ed anche tra le più importanti. Si trova a 13 km dalla costa, e domina le due valli del Vibrata (a nord) e del Salinello (a sud). Le frazioni principali sono Garrufo, Poggio Morello, Santa Maria a Vico. Le prime tracce storiche dell’esistenza di un centro abitato su questa collina risalgono ai primi anni del XI sec., più precisamente al periodo successivo alle invasioni degli Ungari e dei Saraceni. Da quell’epoca in poi si susseguono e si alternano la conquista del feudo o la sua donazione a nuovi feudatari, non di rado stranieri. Per ricostruire la storia si dispone solo di rari documenti almeno fino al 1644, quando Sant’Omero e Poggio Morello furono donati ad Alvaro de Mendoza che ha lasciato un testamento dai cui dati si possono ricavare preziose informazioni sulla vita della sua epoca.
Nel Catalogo dei baroni Normanni, il più antico documento in cui si fa menzione di Sant’Omero, nel foglio 105 di questo importante manoscritto, il cui originale è andato perduto durante l’ultimo conflitto mondiale, si legge testualmente: “nel 1173 Sant’Omero (nel testo compare la grafia Santo Mero) in Abruzzo era feudo tenuto da Gualtieri di Rainaldo in servizio del conte in Abruzzo del quale era il Demanio, se ne corrispondevano quattro soldati su cavallo”.
E’ pura congettura, non suffragata da documentazione, il fatto che Sant’Omero possa essere stata fondata dai Normanni intorno al XII sec., anche se troviamo in Normandia e precisamente nella regione del Pas de Calais un analogo paesino chiamato Saint Omer. È un paese che negli ultimi decenni non si è sottratto al complessivo e complesso sviluppo economico-